IL CNSU vota la proposta ADI di abolizione delle tasse per i dottorandi

Nell'adunanza del 24 e 25 giugno il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) ha votato all'unanimità la mozione proposta dall'ADI per l'abolizione delle tasse per l'accesso ai corsi di dottorato.

L'approvazione di questa mozione rappresenta un primo importante passo in vista di una mobilitazione generale, a livello locale e nazionale, che l'Associazione promuoverà sul tema nei prossimi mesi. Attraverso di essa l'ADI porterà nelle opportune sedi istituzionali la voce di migliaia di colleghi costretti a lavorare in intollerabili condizioni di disuguaglianza. L'ADI ritiene infatti che il miglioramento dell'attuale normativa sul Dottorato non possa prescindere dal superamento di questa sperequazioni. 

Di seguito il testo della mozione.

 


On. Ministro
prof.ssa Stefania Giannini
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

e p.c.

Egr. Direttore Generale
dott. Daniele Livon
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
LORO SEDI

Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari

CONSIDERATO che nell'ambito dei corsi di Dottorato, tra il 2008 e il 2014 i posti a bando sono diminuiti del 19%, con un picco negativo (-38%) nelle regioni del Mezzogiorno (IV Indagine annuale su Dottorato e Post-Doc);

CONSIDERATO che l’accorpamento dei corsi di dottorato (-41%) disposto dal nuovo regolamento di dottorato (D.M. 45/2014) si è accompagnato a una riduzione del numero di posizioni bandite pari al 3%, con punte del  -15% nel Mezzogiorno;

TENUTO CONTO che le “Linee guida per l’accreditamento dei corsi di dottorato”, pubblicate dal MIUR in data 24 marzo 2014 (prot. 436) al requisito A.6, punto I, raccomandano che «il numero di borse di dottorato (o forme di finanziamento equivalenti) deve essere congruo rispetto al numero di posti messi a bando al fine di evitare un elevato e ingiustificato numero di dottorandi senza borsa (indicatore di scarsa sostenibilità del corso)», per cui «Si ritiene congruo un numero di borse pari ad almeno il 75% dei posti disponibili»;

TENUTO CONTO che nella programmazione del XXX ciclo di Dottorato, le Università hanno largamente ottemperato a questa disposizione, sebbene attraverso un taglio dei posti messi a bando piuttosto che un aumento del numero di borse;

CONSIDERATO che attualmente, in gran parte delle Università italiane si profila un rapporto di 1 dottorando senza borsa ogni 3 con borsa, e che il livello numerico dei dottorandi senza borsa si avvia nei prossimi anni verso quote del tutto marginali;

CONSIDERATO che in un contesto simile, le Università hanno programmato nell'ambito del XXX ciclo un numero ridotto di posti di dottorato senza borsa, per cui emerge in tutta la sua evidenza la grave condizione di iniquità che colpisce un così ristretto e basso numero di persone;

RITIENE

che l'abolizione della tassazione per i dottorandi senza borsa del XXX ciclo non inciderebbe significativamente sul bilancio degli Atenei e che, in ogni caso, queste perdite possono essere considerate a tutti gli effetti un investimento verso la costruzione di un Dottorato più giusto e maggiormente attrattivo nello scenario nazionale ed europeo;

che l’abolizione della tassazione ad esclusivo beneficio dei dottorandi senza borsa del XXX ciclo comporterebbe l'introduzione di un intollerabile livello di sperequazione con i dottorandi senza borsa dei cicli precedenti ancora attivi. 

CHIEDE

l'abolizione immediata di ogni forma di tassazione e contribuzione per l'accesso ai corsi di Dottorato nelle Università in Italia, senza che questa gravi sulla contribuzione studentesca e sui servizi offerti agli studenti iscritti ai corsi di laurea.