Il superamento del dottorato senza borsa fa parte del dna dell'ADI.
Una corretta impostazione del discorso pubblico sulla natura ibrida del dottorato di ricerca, che assomma le componenti della formazione e del lavoro, deve condurre a una riflessione sullo status giuridico del dottorando. Nonostante le prescrizioni della Carta Europea dei Ricercatori, infatti, attualmente in Italia il dottorando è semplicisticamente inquadrato come "studente". Questo comporta che molti colleghi siano costretti a versare tasse per iscriversi e frequentare corsi di dottorato, oltre a fare ricerca senza alcuna forma di retribuzione o sostegno economico. Queste due condizioni, appunto, si sommano nella figura del "dottorando senza borsa".
I recenti interventi legislativi (il DM 45/2013 e le successive Linee guida per l’accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato del 24 marzo 2014) hanno portato a una diminuzione dell'incidenza dei dottorandi senza borsa sul totale dei posti messi a bando. Tuttavia questi provvedimenti, assunti senza le necessarie dotazioni finanziarie, hanno provocato una forte contrazione del numero complessivo dei dottorandi in Italia, aggravando una situazione che già vedeva il nostro paese agli ultimi posti in Europa nel rapporto tra dottorandi e popolazione complessiva. In Italia non ci sono molti dottorandi, ma troppo pochi!
L'ADI crede fortemente nella funzione del dottorato come leva per il consolidamento di una coscienza critica e per la costruzione della classe dirigente del paese. Rivendichiamo investimenti che consentano di superare la realtà del dottorato senza borsa senza andare incontro a un'ulteriore contrazione dei posti a bando.