Concorso XXXVI ciclo di dottorato a UniTo: cosa è successo?

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L’Università degli Studi di Torino ha recentemente aggiornato le scadenze per presentare domanda di accesso ai dottorati di ricerca, riaprendo i termini della selezione. Come si è arrivati ad un evento così raro nella storia del dottorato di ricerca in Italia?

Il 18 giugno è stato pubblicato sul sito di UNITO l’avviso in merito al Decreto Rettorale nr. 2087 del 18/06/2020 in cui si estende al 26 giugno ore 12.00 la scadenza per presentare domanda per l’ammissione ai corsi di dottorato del 36 ciclo, precedentemente fissata per il 4 di giugno.
Nei i motivi indicati nel decreto rettorale troviamo il seguente: “la mancata pubblicazione della selezione comparativa sul sito del Ministero – Bandi MIUR, come previsto dall’art. 8, comma 2 del Decreto Ministeriale n. 45/2013”.

In altri termini, i bandi di dottorato dell'Università di Torino sono stati pubblicati sul sito di ateneo ma non su quello del ministero, come da procedura, generando una situazione complessa sotto diversi aspetti, tra cui la possibilità di ricorsi.
Alla beffa si aggiunge il danno, perché dal 4 giugno in poi la composizione delle commissioni di dottorato è stata resa pubblica e queste hanno iniziato a lavorare sulla selezione dei candidati. Significa che chi presenta domanda ora sarà in grado di “tararla” in base ai componenti della commissione, un elemento estremamente problematico. Inoltre, i nuovi candidati potranno approfittare della riapertura del servizio bibliotecario, che fino al 4 giugno si trovava ancora sospeso a causa dell’emergenza Covid-19.
Comunque la pubblicazione della commissione giudicatrice non è l’unico elemento di complessità in questa triste vicenda. La riapertura dei termini sullo stesso bando, infatti, permette a chi lo volesse (e potesse) di ripresentare domanda dopo aver annullato quella precedentemente inoltrata, ma pagando di nuovo le tasse del concorso. Senza contare che il contributo per partecipare al concorso di dottorato di UNITO si tratta di una cifra eccessivamente esosa (50 euro).

Lo stress di partecipare ad un bando di concorso, così rilevante per la propria carriera come quello di dottorato, si unisce al difficile periodo di (ormai) quasi quattro mesi che tutti e tutte abbiamo attraversato, comprese sicuramente le persone degli uffici amministrativi di UNITO, ma soprattutto gli/le studenti che hanno continuato a studiare, redigere le loro tesi di laurea e laurearsi, proprio con l’obiettivo di partecipare al bando di dottorato, nonostante le grosse limitazioni di accesso agli spazi e al materiale universitario, spesso lontano da casa e dai propri affetti.
Non possiamo che stigmatizzare l’operato dell'Università di Torino, in particolare dei responsabili di questa incresciosa vicenda. Il pressapochismo di cui è stata data dimostrazione è un atteggiamento che non ci aspettavamo di vedere. Spiace constatare che la soluzione trovata, verosimilmente l’unica possibile, farà ricadere il suo peso sugli/sulle studenti, che vedono pregiudicate le condizioni di parità nello svolgimento del concorso, oppure che essendo venuti/e a conoscenza del bando circa una settimana prima della scadenza, hanno un tempo ristretto per inviare la domanda.

Auspichiamo che la complessità della riapertura del bando di concorso sia presa con meno leggerezza da chi amministra l’Università, e che si possa dar prova di una capacità di correggere gli errori sia amministrativi sia politici che tale riapertura ha generato.
Riteniamo pertanto che sia necessario riconferire dignità al concorso e ai suoi partecipanti, ristabilendo condizioni di parità nello svolgimento dello stesso, di fatto pregiudicate.

 

ADI Torino

SI Studenti Indipendenti