L’azione dell’ADI è sempre stata accompagnata dalla consapevolezza che solide proposte politiche non possano prescindere da accurate analisi della realtà che si intende cambiare. Da questa consapevolezza non poteva che scaturire una forte insoddisfazione per l’assenza, almeno fino al 2014 e per alcune dimensioni anche oltre quell’anno, di indagini sistematiche sulle condizioni e sulle prospettive di dottorandi, dottori di ricerca, assegnisti e, più in generale, giovani ricercatori.
Per porre rimedio a una simile mancanza, ennesimo indicatore della disattenzione – o peggio, del disinteresse – delle istituzioni italiane per un tema così importante, l’ADI nel 2010 ha dato il via a una serie di conferenze in cui vengono presentati annualmente i risultati delle indagini associative su Dottorato e Post-Doc. Numero delle borse di dottorato bandite annualmente, percentuale di posti coperti con borsa di studio, livelli della tassazione per i dottorandi senza e con borsa, forme della rappresentanza negli organi di governo degli atenei per i precari della ricerca, proiezioni relative al tasso di reclutamento, confronto con le situazioni degli altri Paesi europei, proposte per la valorizzazione del titolo: gli ambiti delle indagini ADI sono andati moltiplicandosi e ampliandosi edizione dopo edizione.
Nelle loro trasformazioni, le indagini hanno dato conto dei principali effetti dei recenti interventi normativi sulle condizioni di vita e di ricerca di migliaia di giovani ricercatori e sulle loro prospettive di carriera accademica e di inserimento nel mondo lavorativo esterno all’Università. Le presentazioni hanno goduto della copertura mediatica da parte delle principali testate nazionali, stimolato vivaci dibattiti all’interno della comunità accademica e favorito il confronto con le istituzioni e le forze politiche, contribuendo a mantenere nell’agenda dei decisori il tema della adeguata valorizzazione della competenze di quella parte del mondo accademico su cui si dovrebbe costruire il futuro dell’Università italiana.