Molto più che promesse: vogliamo un'Università per il futuro del Paese

Assemblea Nazionale Università
 
 
Siamo studentesse e studenti, borsisti, dottorandi, assegnisti, cococo, docenti a contratto, ricercatori a tempo determinato. Viviamo le università per motivi di lavoro e di studio e da anni denunciamo l’assenza di risorse adeguate e la presenza di continui definanziamenti, di risorse distribuite sulla base di criteri di premialità spesso discutibili, che hanno concentrato le risorse nei grandi atenei del nord. Attraverso campagne e mobilitazioni, in questo ultimo anno e mezzo abbiamo posto l’accento sulla necessità da parte dei Governi non solo di “invertire la tendenza”, ma di ripensare radicalmente le politiche e gli investimenti da che da più di 15 anni vedono il nostro Paese fanalino di coda europeo. Occorre che nella nuova Legge di Stabilità e nei prossimi mesi il Governo, che da poco ha iniziato la propria esperienza, introduca un investimento strutturale di 1,5 mld e mezzo di euro, per recuperare almeno il gap finanziario di questi anni, e proceda subito a mettere in atto dispositivi normativi con l’obiettivo di risolvere la disparità di accesso allo studio e al lavoro nelle università. Un diritto allo studio, al lavoro, alla conoscenza e alla ricerca che devono essere fondati sulla stabilità e la sostenibilità. 
 
Invertire la rotta sulle politiche che riguardano il sistema universitario nel nostro Paese non serve solo all’Università, a chi lavora e studia negli atenei italiani, ma serve all’intero Paese per affrontare le sfide che attualmente, e sempre con più forza, emergono all’interno della società, in primis la crisi climatica in atto. L’Università e la Ricerca oggi devono essere gli strumenti fondamentali in grado di mettere in discussione un modello di sviluppo distruttivo che mette a rischio il futuro degli esseri umani e del pianeta. Per affrontare queste sfide, tuttavia, l’Università e la Ricerca, devono essere messe nelle condizioni di poter svolgere il proprio ruolo sociale di trasformazione della società.
 
Per questo, pensiamo non solo che il percorso di definizione della nuova Legge di Stabilità debba avere come priorità il sistema universitario ma, soprattutto che non possa esprimersi senza il confronto con chi incarna quotidianamente queste condizioni di difficoltà. 
Condizioni legate a quelle delle altre componenti accademiche: personale tecnico amministrativo, professori, lettori CEL, lavoratori in appalto. 
Proponiamo di confrontarci in un’Assemblea Nazionale dell’Università sabato 12 ottobre dalle ore 10,30 alle ore 14 alla Sapienza di Roma per rappresentare al Governo queste condizioni e costruire insieme un campo di proposte e mobilitazioni.
 
Occorrono misure concrete per l’Università, per costruire il futuro del Paese. 
 
ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia
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