Primi dati dell’Indagine sugli effetti della pandemia sul precariato universitario. Necessario emendamento sulla proroga

Stiamo elaborando i risultati della nostra Indagine sugli effetti della pandemia sui precari e sulle precarie della Ricerca, lanciata lo scorso aprile. 

All’indagine hanno partecipato 2415 dottorandi/e, di cui circa il 5% iscritti/e al 33esimo ciclo e il restante 95% equamente distribuiti tra i cicli 34, 35 e 36.

I primi dati, che vi mostriamo in anteprima, delineano un quadro particolarmente critico per quel che riguarda l’impatto che le restrizioni necessarie per il contenimento della pandemia hanno avuto sui progetti di ricerca di dottorande e dottorandi. Sono affermazioni che non ci stupiscono. Nelle nostre campagne per ottenere una proroga (#prorogaora e #prorogancora), portate avanti sin dall'inizio dell'emergenza,  abbiamo fatto uso di ogni occasione per testimoniare l’esigenza di interventi diretti, in considerazione della difficoltà di completare le proprie ricerche in tempi utili quando per settimane o mesi ci si è trovati/e di fronte a laboratori chiusi o con accesso contingentato, biblioteche aperte a singhiozzo, archivi inaccessibili, per non parlare delle difficoltà legate alle esperienze di mobilità all’estero.

Va poi necessariamente menzionata l’allarmante situazione relativa allo stress psicologico, che ha avuto un forte impatto anche sui dottorandi/e: il 56.2% ha dato un punteggio di 4 o 5 (il massimo) all’impatto della pandemia sull’equilibrio tra vita privata e lavoro, mentre il 70.3% ha dato un punteggio di 4 o 5 al fatto di essersi sentito/a sotto pressione e in una situazione di nervosismo e inquietudine.

Come noto, nel corso del 2020 e del 2021, grazie all'impegno dell'ADI, sono stati approvati alcuni provvedimenti legislativi di proroga: il primo di due mesi al solo 33° ciclo; un secondo di ulteriori tre mesi al 33° ciclo e infine un terzo di 3 mesi a tutti i cicli in corso. Ad oggi non sappiamo se sarà approvato l’emendamento alla legge di bilancio relativo ad un’ulteriore estensione di 2 mesi della proroga già concessa.

Dall’indagine emerge che quasi la metà (46%) dei/lle dottorandi/e del 33° ciclo hanno ritenuto insufficiente i cinque mesi concessi, mentre i/le iscritti/e dei cicli successivi ritengono per l’80% insufficiente la proroga già approvata.

È alla luce di queste considerazioni che riteniamo fondamentale portare all’attenzione di tutte/i l’esigenza di approvare l’emendamento a prima firma Verducci relativo all’estensione della proroga di altri due mesi. Si tratterebbe di un provvedimento non risolutivo, ma che risulta quanto mai fondamentale per garantire la prosecuzione del lavoro di ricerca.

 

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