Reclutamento scolastico: basta con le sanatorie, si acceleri sui concorsi già banditi

adi-scuola

Scuola | Rimaniamo sconcertati dalle indiscrezioni di stampa e dalle dichiarazioni politiche che in questi giorni giungono sul tema del reclutamento scolastico. Da più parti si invoca, in maniera demagogica, una sorta di “sanatoria mascherata” che, con la scusa dell’emergenza sanitaria e sfruttando il gravoso e perdurante problema del precariato nel settore, ha il mero obiettivo di fare incetta di consensi elettorali. Leggiamo infatti sui quotidiani di un maxi piano del Governo per assumere tra i 50.000 e i 60.000 docenti tramite una corsia riservata per l’anno scolastico 2021/22 che sfocerebbe nell’assunzione nel corso dell’anno scolastico 2022/23, quindi non risolverebbe in alcun modo il problema della copertura delle cattedre libere e vacanti del prossimo anno scolastico.

Un’ipotesi che, se confermata, configurerebbe il rischio di un ingiusto stop del concorso ordinario sul quale molti dottori e dottoresse di ricerca, laureate/i e docenti hanno deciso di puntare e che aspettano ormai da anni. Ricordiamo, infatti, che l’ultimo canale di reclutamento non riservato è stato il TFA II ciclo, bandito nel 2014, a cui non hanno potuto accedere coloro che non avevano ancora terminato la laurea e i dottorandi e le dottorande dell’epoca a causa dell’art. 142 del Regio decreto 1592/1933, solo oggi in via di abrogazione.

L’ipotizzato concorso per titoli e servizio, a quanto pare, darebbe accesso a un corso formativo al termine del quale si accederebbe al ruolo per l’anno scolastico 2022/23. Ci chiediamo che senso abbia accantonare i concorsi ordinari che sono quasi al punto d’avvio e che raggiungerebbero il medesimo obiettivo. Temiamo che l’unica risposta risieda nella volontà di sfruttare l’emergenza Covid-19 per fini elettorali. Del resto, il provvedimento legislativo più veloce è il decreto-legge, ma i tempi tecnici per la preparazione del testo con il confronto con sindacati e parti sociali, la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, la conversione in legge, la pubblicazione del bando, la valutazione dei titoli e la pubblicazione delle graduatorie richiede evidentemente dei tempi non compatibili con la scadenza del 1 settembre 2021.

Oltre a ciò osserviamo che, a seguito della sentenza 251/2017 emessa dalla Corte Costituzionale per il concorso straordinario 2018, un simile percorso dovrebbe necessariamente essere aperto anche a chi è docente di ruolo, che potrebbe usufruire di  tale canale come ulteriore strumento per la mobilità professionale e territoriale. Assisteremmo, dunque, ad uno spostamento di cattedre da una classe di concorso/posto ad un altro, piuttosto che ad una copertura di quelle libere e vacanti.

Osserviamo, inoltre, che secondo l’ultimo rapporto Eurydice in Italia oltre il 50% del corpo docente ha più di 50 anni e solo il 6,4% ha meno di 35 anni. Abbiamo la necessità di migliorare questo dato e, allo stato attuale, ciò può avvenire solamente con l’avvio dei concorsi ordinari. Dopo il concorso straordinario, riservato a docenti con 3 anni di servizio nelle scuole secondarie statali, riteniamo sia urgente avviare una fase di reclutamento che comprenda anche coloro che non hanno potuto partecipare allo straordinario.

Riteniamo che non si possa continuare ad ignorare i dottori e le dottoresse di ricerca che non hanno avuto la possibilità di partecipare al concorso straordinario (qui le nostre proposte rimaste inascoltate) ma che vogliono portare le loro conoscenze e competenze nel mondo della scuola.

Da parte nostra siamo pronti a dare battaglia contro una proposta che non rispetta chi è iscritto ai concorsi ordinari già banditi né chi ha vinto il concorso straordinario, a cui è stato chiesto un ulteriore maggiore sacrificio per giungere  al ruolo. In passato abbiamo criticato parte delle modifiche al D.Lgs. 59/2017 avvenute nel dicembre 2018 con la legge di Bilancio, e abbiamo portato avanti diverse proposte per valorizzare il dottorato nei concorsi. Siamo favorevoli ad uno snellimento delle procedure concorsuali, ma sosteniamo con forza che le procedure straordinarie non possano soppiantare quelle ordinarie. La principale causa del precariato nella scuola è stata proprio la mancanza di percorsi di reclutamento stabili e regolari nel tempo. Riteniamo quindi che sia questa la vera emergenza di cui preoccuparsi.

Tags: