Servono forme di protesta per i precari e le precarie della ricerca

In occasione dello sciopero generale proclamato per questa settimana e in adesione alla manifestazione del 16 dicembre, non dimentichiamo che dottorandi e dottorande, ricercatori e ricercatrici precarie ancora non possono accedere a questo fondamentale diritto.

In Università, nelle professioni del sapere, infatti, spesso scioperare significa non arrecare danno al sistema ma a se stessi/e. Per questo da tempo ragioniamo su modalità di mobilitazione alternative e complementari.

Lanciamo un appello a strutturati/e, ordinari/e e al mondo accademico non precario affinché manifesti dissenso in solidarietà con coloro che rappresentano ancora oggi l’anello debole della “catena del valore” accademico, e che pure tengono in vita quotidianamente gli atenei, fanno avanzare conoscenza, progresso e innovazione, dedicano la propria vita alla ricerca e alla didattica senza un adeguato riconoscimento, stipendio, contrattualizzazione

La manovra di bilancio non ci piace e non può piacere a nessuno che abbia a cuore il futuro del Paese. Una manovra che risponde col silenzio e l’assenza di risorse agli appelli dei precari e delle precarie della ricerca che chiedono un posto di lavoro tutelato e un orizzonte che permetta di far avanzare le conoscenze e, assieme a esse, di realizzare le proprie vite.