Vergognosa retromarcia del Governo sui diritti dei ricercatori

In audizione congiunta con la VII Commissione Cultura, la Ministra dell’Università Anna Maria Bernini comunica la volontà di prorogare gli assegni di ricerca. Un sistema unico in Europa, iniquo, senza diritti né tutele, indegnamente retribuito, fonte di precarietà esistenziale, discontinuità, ricattabilità, ansia e incertezza.
 
Il Governo sembra intenzionato ad andare incontro alle richieste di un certo ordinariato meno attento alle condizioni materiali dei giovani ricercatori, nell'intenzione di mantenerne l'attuale condizione di subalternità e di precarietà.
 
Da mesi noi di ADI vogliamo che si costruisca un fronte compatto di richiesta di immediata e piena attuazione del d.l. 36 del 2022 sul preruolo universitario, che garantirebbe un contratto di ricerca con degna retribuzione, tutele ed adeguata contribuzione, come da standard europei. Basterebbero 165 milioni per garantire un contratto a tutte e tutti. Il Governo trova soldi per qualsiasi cosa tranne che per il futuro del Paese.
 
Non solo oggi si prorogano gli assegni, ma la Ministra sembra ventilare un passo indietro sul contratto, chiamando in causa la “libertà” della ricerca. Come la Ministra dovrebbe sapere bene, libertà è innanzitutto libertà dalla dipendenza economica, libertà di programmare il proprio futuro, libertà di non emigrare. Non vi può essere libertà nello sfruttamento. Vale per la vita di tanti giovani lavoratori, anche quelli della ricerca.
 
Chiediamo quindi al Governo di muoversi verso un adeguato finanziamento e piena attuazione del d.l. 36 del 2022 sul preruolo universitario. È necessaria una convergenza di tutte e di tutti per lottare per quel piccolo passo avanti di tutta la categoria rappresentato dalla riforma, senza lasciare indietro nessuno.
 
Vi aspettiamo per organizzarci giovedì 24 novembre alle 19:30 e sabato 26 novembre alle 10:30 https://meet.google.com/mgm-cehz-ijp