ADI aderisce a M’illumino di meno: sostenibilità ambientale e sostenibilità della ricerca per salvare il pianeta

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Oggi, 6 marzo 2020, è la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili M’illumino di Meno, ideata nel 2005 da Caterpillar e Rai Radio2. L’edizione 2020 ha lo scopo di invitare a piantare alberi e piante aumentando così il verde che ci circonda. Come lo scorso anno, l’ADI continua ad aderire all’iniziativa, nel quadro di un suo sempre più ampio impegno sul tema. 

Nel giro dei prossimi dieci anni, l’umanità dovrà affrontare la grande sfida di risolvere la crisi climatica e fermare il riscaldamento globale.
Il principale gas serra che causa l’aumento delle temperature terrestri è l’anidride carbonica. Per arrestare gli effetti dei cambiamenti climatici sarà necessario un drastico cambio del sistema volto ad abbassare le emissioni di gas serra. Una parallela riforestazione del pianeta potrà essere una potente arma in questa battaglia: gli alberi, infatti, consumano l’anidride carbonica ed emettono ossigeno, contribuendo quindi alla riduzione dei gas serra presenti nell’atmosfera.
Il duplice obiettivo dell’edizione 2020 di M’illumino di Meno è quello di piantare 500.000 alberi e di far arrivare il proprio messaggio a Greta Thunberg e Jane Fonda, le due figure che più di altre, negli ultimi anni, hanno rappresentato l’impegno globale a favore della salvaguardia dell’ambiente. 

ADI ha aderito al movimento FridaysForFuture, partecipando a tutti gli scioperi globali per il clima che sono stati organizzati e ha chiesto a tutti i Senati Accademici degli atenei, al CUN e alla CRUI di dichiarare lo Stato di Emergenza Climatica.

ADI sente la responsabilità morale, sociale e politica di farsi portavoce di questa istanza e ritiene che i centri del sapere, come le università, debbano impegnarsi attivamente nella divulgazione del tema alla popolazione e nel tentare di mettere in pratica soluzioni per risolvere il problema.
Per questo anche quest’anno ADI aderisce a M’illumino di Meno e invita tutta la popolazione accademica a piantare assieme a noi un albero che sia anche simbolo di una volontà di cambiamento che è sempre più necessaria.

Con l’appello “Salviamo la ricerca per salvare il pianeta” abbiamo sottolineato come le rivendicazioni che vengono portate avanti dai movimenti ambientalisti derivino da evidenze scientifiche, prodotte dal lavoro di ricercatori universitari (e non) e come serva una sinergia di forze e di intelligenze per affrontare una sfida di una portata grande come questa. Per questo, è sempre più necessario un rifinanziamento del sistema dell’università e della ricerca affinché l’università, gli enti pubblici e i centri di ricerca possano essere motore di trasformazione della società attraverso i saperi che producono.

Agiamo ora, nella quotidianità delle nostre scelte e delle nostre battaglie politiche. 

 

Cambiamo il presente, per salvare il futuro.